Sostanzialmente in coincidenza con i sette anni dalla scomparsa del Maestro Fujimoto, si è svolta a Bari una due giorni di ottimo e finissimo aikido, organizzata dal Waka Ki dojo di Mimmo Casale e diretta da sensei Montenegro, alla quale sono accorsi tanti praticanti, come non se ne vedono generalmente negli stage non gratuiti, di ogni livello ed età.
In quello scenario di notevole bellezza, con un dojo nuovissimo e curato, ragazzini di nessuna esperienza si sono allenati con aikidoisti di vecchia e vecchissima data in un clima di curiosità ed entusiasmo.
La direzione del maestro Montenegro, come sempre, è stata sapiente e attenta, piena di nozioni e al contempo rilassata e, direi, divertente.
Gli stage del Maestro Fujimoto erano questo, a mio giudizio.
Cura verso la tecnica, sana fisicità, incoraggiamento e passione.
La costruzione dei waza attenta e razionale, il costante richiamo al non risparmiarsi, la capacità, che io apprezzo infinitamente, di illustrare con la stessa precisione, coordinazione e armonia, le tecniche proposte, sia che siano eseguite lentissimamente che in velocità.
La trasmissione attenta e in qualche modo scientifica di un sapere complesso come quello aikidoistico, la chiara consapevolezza delle cause e degli effetti.
L'idea di unione tra i partner, che si muovono e cooperano come fossero una "cosa" sola, e dunque l'armonia, quale essa emerge dal praticare, piuttosto che essere limitata ad enunciazioni verbose, retoriche, e fini a se stesse.
Il poter tornare a casa, nelle proprie palestre, arricchiti e rinvigoriti nella propria passione, stanchi ma soddisfatti, direi felici, e ricaricati nella voglia e nell'entusiasmo.
E' sempre questa la sensazione che mi porto dietro alla fine di questi stage.
Il pensiero, costante, è al Maestro, ai giorni vissuti con lui e a quello che ha lasciato, che è qualcosa di preziosissimo, che va preservato dall'oblio e dai fraintendimenti che il tempo, inevitabilmente, rischia di generare.
Al maestro Montenegro, che di quel genio è stato uno dei più stretti e vicini collaboratori, e che si è assunto un onere così grande, di trasmettere quel sapere specialissimo come esso era e come andrebbe salvaguardato, va tutta la mia gratitudine e il mio incoraggiamento, perché sta facendo uno straordinario lavoro.
Ho visto volti felici e tanta, palpabile, soddisfazione.
Non c'è da stupirsene, del resto.
E' stato un magnifico stage.
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