Finalmente eccoci all'approssimarsi di una nuova stagione aikidoistica.
Personalmente attendo con eccitazione il primo allenamento, che giunge dopo due mesi quasi completi di blocco.
Spero che sia l'inizio di una annata proficua e ricca di impegno, crescita e maturazione.
Cominciano ad arrivare, dopo sei anni di lavoro niente affatto facili, le prime soddisfazioni, e i primi allievi interamente formatisi nel dojo che si affacciano a livelli più alti, e che possono permettere al gruppo di crescere e progredire di più e meglio.
Da loro mi aspetto la massima dedizione, costanza, attaccamento alla disciplina e al club cui appartengono.
In generale possiamo dire di costituire un sicuro riferimento, in città, di un certo modo di praticare e vivere l'aikido.
Ne sono francamente fiero.
In ottobre arriverà il primo stage, diretto da sensei Montenegro.
Altri nel corso della stagione seguiranno.
Io farò davvero tutto il possibile, e del mio meglio, affinché il mio aikido sia adeguato al mio ruolo di guida di questo manipolo di praticanti.
Spero di trasmettere entusiasmo e passione per questa magnifica disciplina, nella sincera speranza che, non troppo tardi, qualcuno di loro possa prendere il timone della nave, e condurla in acque più sicure.
Diceva qualche volta il Maestro Fujimoto che, se gli aikidoisti non si fossero impegnati a fondo e con serietà, non è detto che l'aikido continuerà ad essere praticato.
Diceva qualcosa del tipo, "quarant'anni fa non c'era aikido, forse tra quarant'anni aikido non c'è più...".
Intendeva dire che dipende da noi. Se saremo seri e credibili, allora sopravviveremo. Se non lo saremo, chissà.
Aveva, come quasi sempre, molta ragione.
E' un monito che avverto assai presente, e che è fonte di grande ispirazione.
Vi auguro e mi auguro una bella annata.
Venite a trovarci.
A presto. E buon keiko a tutti.
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