Il raduno si è svolto anche quest'anno, ed è stato un successo.
Iniziato con una certa mestizia, ha preso sempre più consistenza con il passare delle giornate.
Gli insegnanti hanno trovato coraggio, sempre più, e hanno dato progressivamente maggiore chiarezza, autorevolezza e contenuto alle loro lezioni.
Quando sono andato via, fatto del quale non vado orgoglioso, e avendo partecipato soltanto alle prime cinque (delle otto) giornate di allenamento, ero dispiaciuto e roso dalla voglia di rimanere e di praticare.
E' questo il segnale, penso di poter dire, che il raduno funzionava, appassionava, e avrei voluto che andasse avanti ancora per giorni.
Rimane uno stage a rischio, perchè ha "nemici" esterni ed interni.
Tuttavia, ha dato, questo gruppo, un esaltante segno di vitalità e forza, che forse non mi sarei aspettato.
Eravamo in centinaia, certo meno dei tempi del Maestro, ma comunque tantissimi, e come quando c'era lui sono arrivati russi, sudafricani, tedeschi, il che connota lo stage di Laces per quello che è e deve rimanere, ossia un meeting internazionale.
Il lavoro didattico ha rappresentato un ritorno alla base, con il dichiarato intento di riprendere le linee fondamentali dell'aikido del Maestro, e recuperare in maniera decisa il rapporto tra i movimenti chiave (shi ho giri e ikkyo undo su tutti) e i waza propriamente detti.
Come accade in questo stage unico, si è partiti dalle tecniche apparentemente più semplici, per esempio gyaku hanmi katatetori ikkyo, risalendo man mano a quelle più complesse (quando sono andato via stavamo lavorando, ad esempio, su ushiro eri dori irimi nage, e varie forme di tachi dori).
Abbiamo lavorato, come accadeva prima della malattia del Maestro, moltissimo in suwariwaza e hanmi hantachi waza, il che mi ha ricordato tempi felici, con i durissimi allenamenti che ci riservava lui, che in ginocchio aveva una agilità e una pulizia impressionante e direi sovraumana.
Foglietta lo conosco meglio, con la sua grinta e la sua esperienza antica, molto importante anche in termini di tutela del passato e testimonianza della evoluzione del Maestro.
Bravissimo Travaglini, che mi sembra quello che è più maturato negli ultimi tempi, e che ho l'impressione che abbia ulteriori margini di crescita, direi anche umani.
Si muove magnificamente, e sono certo che, come d'altro canto è accaduto anche con Fujimoto sensei, con il passare del tempo diventerà anche meno spigoloso e sempre più pulito nell'esecuzione.
In sintesi, è stato tutto molto credibile, e questo non era certo che si verificasse.
Bravi gli istruttori, che vedevo tesi e preoccupati prima di iniziare e nei primi giorni.
Magnifico il Maestro, che ha lavorato negli ultmi due anni proprio per questo risultato, formando e dando corpo ad un gruppo che si muove unito, coeso, e deciso a non disperdere quell'immenso patrimonio di conoscenze che era Fujimoto shihan.
Sarebbe stato, ne sono assolutamente sicuro, felice e soddisfatto di vedere tutto questo.
Dobbiamo andare avanti, perchè dalla sopravvivenza di Laces e dell'altro raduno di Natale dipende molto della sopravvivenza di questa esperienza storica, della quale noi aikidoisti italiani siamo i fortunati custodi.
Mi auguro, con tutto il cuore, che anche chi non c'era torni ad affacciarsi, non solo per "dovere", ma piuttosto perchè questi raduni sono divertenti e bellissimi.
Tutti dobbiamo continuare a imparare, altrimenti il cammino si interrompe.
Gli esami, come siano andati, non lo so e non mi importa poi molto.
Non vedo l'ora di ricominciare a praticare, e già penso a quando tornerò a Laces, con i suoi tedeschi gentili, le sue distese di meleti, e il suo stage lungo, faticoso, e splendido.
Buona estate, torniamo a settembre.
Luca.
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