domenica 31 maggio 2015

Montenegro a Bari

Raduno svolto, e palpabile soddisfazione generale.
Praticanti affluiti in gran numero dalla provincia di Bari (direte voi, capirai che notizia; ma vi assicuro che non è così; bisogna convincere, dalle parti nostre, almeno, anche i ragazzi che sono del posto che ospita lo stage), ma anche da Foggia (e questo, lo voglio dire, mi rende orgoglioso del mio gruppo) e Lecce (e questa è, decisamente, una notizia!).
Un raduno autenticamente regionale, con qualche graditissimo apporto campano che ha dato un respiro ancora più ampio all'appuntamento.
Che dire, è una grande soddisfazione e al contempo un segno che dà fiducia.
Vuol dire, a mio giudizio, che molte persone, a qualunque latitudine, hanno voglia di aikido di qualità.
Vuol dire, ancora, che un istruttore giovane e straordinariamente preparato, con un vissuto di esperienze prezioso e specialissimo, puù catalizzare attorno a sè persone alle quali non si offrono stage gratuiti o imposti, ma contenuti e competenze.
Vuol dire che il futuro di questa associazione, quale che sia il pressapochismo di chi la dirige, può essere florido e non ridursi ad una celebrazione stanca del passato.
Montenegro, dal canto suo, continua a mostrare grande e interessante personalità.
Anzitutto il metodo che ha scelto, che è quello di considerare gli eventi che si svolgono da queste parti come momenti di un più ampio percorso formativo, con un preciso programma che viene portato avanti da appuntamento ad appuntamento, il che dimostra una grande razionalità didattica e l'intento di "seguire" questo gruppo di persone anno dopo anno piuttosto che celebrare se stesso.
In secondo luogo, per la assenza di ogni tentativo di spettacolarizzazione, la severità dell'approccio nelle tecniche che decide di mostrare, che non tradisce alcuna ansia da prestazione, e che non indulge alla tentazione di "soddisfare" una "clientela".
In questo caso, ad esempio, ha insegnato tecniche decisamente complesse portando avanti un intento schiettamente didattico, avendo chiamato attacchi da ushiro eri dori (nella forma "ultima" prevalentemente insegnata dal Maestro Fujimoto), e continuamente richiamando all'esigenza di prestare attenzione, non lasciarsi andare alla frenesia, ma studiare con calma e concentrandosi sugli aspetti di maggiore precisione e dettaglio.
Davvero bello, e per di più appassionante, questo dicono i riscontri, per tipologie di praticanti di ogni genere, giovani e meno, preparati e meno, considerato peraltro che, quando si pratica in questo modo, la differenza tra avanzati e non in un certo senso evapora, perchè per tutti la ricerca della tecnica è fonte di impegno, attenzione, dedizione costante.
Così era con il Maestro.
Non esistevano esercizi che per i quali si potesse dire "questo lo so fare".
Anche se l'avevi fatto mille volte, avresti dovuto fare uno sforzo per migliorare ancora, e poi ancora, esattamente come per quelle tecniche o movimenti che affrontavi per la prima volta.
Vuol dire questo "ichi go ichi e".
Bravo al maestro Montenegro, perchè questa era la via che era stata tracciata e che lui sta portando avanti con grande capacità e professionalità.
L'anno prossimo altri due appuntamenti, forse anche di più.
Venite, e sono certo che vi piacerà.
A presto.

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