L'Aikikai d'Italia

mercoledì 29 giugno 2011

Veloci cenni al ruolo di uke

Mi è capitato, talvolta, di sentir dire al Maestro Fujimoto che "nell'aikido tutto è per finta, ma dobbiamo fare finta per bene". Qualcuno sarà rimasto un pò sconcertato, ma a me quello che vuole dire pare invece chiarissimo. Nell'aikido, potremmo parafrasare, è al contempo "tutto vero e tutto falso".
E' tutto falso per tante ragioni (la più ovvia delle quali è che non stiamo combattendo, e dunque l'attacco e la reazione ad esso sono ovviamente prive di definitività e reale volontà di sopraffazione), ma soprattutto perchè la tecnica aikidoistica stessa è, mi è già capitato di dirlo, un esercizio che trascende la tecnica marziale per finalità etiche e di benessere psico motorio. E' tuttavia tutto vero, nel senso che gli aikidoka devono ricreare, nei limiti del ragionevolmente possibile, le stesse condizioni che si verrebbero a determinare ove lo scontro fosse reale. E' qui che viene in rilievo la figura di uke. Si tratta, per chi non fosse del ramo, di colui che ricopre il ruolo dell'aggressore. Nell'aikido, però, a differenza delle altre discipline di origine marziale, riveste una importanza del tutto peculiare, e vi si dedica, almeno nelle scuole migliori, una attenzione tutta speciale. Qualcuno dirà che è perchè l'aikido non è un'arte marziale, è come una danza. L'ho già detto, questa è una colossale schiocchezza, che fa parte di un certo schiocchezzaio diffuso anche nella nostra associazione. Uke è importante proprio per la ragione opposta, ed è, lo studio sulla sua figura, proprio la più evidente prova della rigorosa marzialità dell'aikido. Uke difatti è importantissimo perchè deve creare le condizioni perchè i principi marziali e le attitudini di combattimento presenti nelle tecniche aikidoistiche possano realmente svilupparsi. Uke, in altre parole, deve accettare, tanto nel momento dell'attacco che dà inizio all'esercizio, quanto nel momento dello svolgimento della tecnica da parte di tori, quelle condizioni di sbilanciamento, profondità dell'attacco e volontà di reazione che si determinerebbero in un aggressore capace al combattimento nell'evenienza in cui venisse realmente sorpreso dalla reazione di tori.
Se tori esce laterale, allora, uke deve ricreare, appunto accettandolo, lo sbilanciamento e la perdita di equilibrio che subirebbe ove venisse, attaccando con profondità, sorpreso dalla reazione. Deve, se afferra, cercare come può di non mollare la presa. Deve, se cade, tentare di rialzarsi.
E' questo allora, che il Maestro intende dire.
Nell'aikido siamo in palestra, con un amico di fronte, a "giocare" al combattimento, ma perchè quel "gioco" possa essere addestramento al combattimento, e avere un senso, bisogna farlo con l'intenzione di fare le cose terribilmente bene, accettando il ruolo che in quel momento ci compete nel senso più pieno e con la massima serietà, e questo soprattutto quando assolviamo al compito di uke.
L'aikido è questo, o lo si fa per bene, oppure non andrà avanti, perchè se si riduce ad una pantomima senza consapevolezza, a mio parere è destinato irrimediabilmente ad esaurirsi con gli anni.
Ricordiamolo tutti, soprattutto noi insegnanti attuali e futuri.

1 commento:

  1. Io ruolo di UKE nell'AIKIDO è determinante per la crescita della pratica per la semplice e determinante ragione che solo UKE sente e percepisce il nostro "fare" e può in certo qual modo correggere gli eventuali atteggiamenti.
    A questo proposito si fa menzione al non utilizzo del peso, per muovere UKE proprio per mantenere con esso un ruolo di relazione vitale ed umana che non è certamente pareggiabile al rapporto che abbiamo con gli oggetti, la materia.
    UKE non è solo lo specchio delle nostre azioni è colui che comprende profondamente il nostro stato inconscio.
    Per questa ragione deve essere rispettato.

    Giuseppe Golin

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